𝗨𝗻𝗮 𝗳𝗲𝗹𝗶𝗰𝗲 𝘀𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗣𝗼𝗻𝘁𝗲𝗱𝗲𝗿𝗮
Sulla carta si definisce un ristorante giapponese fusion che trae ispirazione dalla cucina brasiliana.
Dopo il lungo e silente black out del lockdown ha finalmente aperto questa nuova attività gestita da un ragazzo ambizioso e intraprendente: Alessio, 25 anni e un’attenzione certosina su ogni cosa, studiata, voluta, pensata da lui.
Fin da una prima visita mostra tutte le carte in regola per fare strada: è aperta da meno di un mese ma già si parla molto di questa location che attira curiosità tra gli appassionati del sushi e non solo.
Nella sua essenzialità e semplicità degli arredi è molto attenta ai particolari e rifiniture preziose, con luci soffuse e carta da parati floreale.
La vera grande novità è l’abbinamento ai vari piatti proposti di cocktail freschissimi:
Caipirinha (Base rum brasiliano), Capiroska (Base vodka) o Moijito (Base rum cubano) con possibilità di personalizzarli con frutta fresca (ananas, fragola, passion fruit, mango). Questi sono sapientemente miscelati e accompagnano in modo favoloso il crudo, i contrasti speziati e piccanti.
Nigiri, tartare, tacos, carpacci, Sashimi, Uramaki sono rivisitati in chiave brasiliana.
Forse non tutti sanno che in Brasile fin dal secolo scorso vive una Comunità giapponese e quindi la cucina ha risentito di una contaminazione reciproca.
Questo è la fonte di ispirazione di Alma Sushi ‘n’ Rolls.
Abbiamo assaggiato per voi, oltre ai vari tipi di cocktail:
– Ceviche: 3 diversi tipi di pescato crudo, con cipolla, peperoni, coriandolo, lime, pepe e salsa piccante;
– I Nigiri dello chef: ovvero riso con salmone e avocado, tonno con tartufo, spada con uova di pesce volante;
– Tra gli Uramaki dello chef: Rainbow (Surimi, avocado, carpacci misti, salsa mango, scorza di lime) e Mexican (tartare di salmone, mayo spicy, nachos, jalapenos).
Da ritornarci sicuramente per assaggiare tanti altri piatti esclusivi e nuovi.
Vi consiglio di prenotare per essere sicuri di trovare posto.
Autore: Claudia
Quando un hotel punta anche sulla ristorazione
… 𝗱𝗮 𝘂𝗻’𝗶𝗱𝗲𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗲𝗳 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗼 𝗠𝗮𝘇𝘇𝗲𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗵𝗮 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 “𝗿𝗶𝘃𝗶𝘀𝗶𝘁𝗮𝘁𝗮”.
A Borgo a Mozzano c’è un hotel di nome Milano, dal 1969, sulla via del Brennero, con il fiume Serchio e il torrente Lima che fanno da cornice e che oggi, più che mai, ha deciso di dedicarsi al turista ma anche ai suoi abitanti con un progetto ambizioso: il suo ristorante “Dagli Alti”.
Domenica 02/02/2020 ha presentato il suo nuovo menu, studiato e ideato dallo chef Franco Mazzei, con una degustazione molto piacevole alla quale io mi sono trovata a partecipare.
Martina e suo marito Marcello gestiscono con entusiasmo e ambizione questo “gioiello” di famiglia con idee nuove e modernità senza eliminare, anzi rispettandolo, questo sapore un po’ tradizionale che l’hotel e le sale del ristorante conservano.
Esternamente é infatti una struttura anni settanta dove una piccola fontana di pietra con vasca, di ispirazione classica, conduce alle scale per entrare nell’hotel a sinistra, nel ristorante a destra.
Entrando noto particolari interessanti, alcuni un po’ retrò ma che si sposano perfettamente con spunti moderni; si percepisce subito un’atmosfera accogliente e calda, forse grazie anche all’ampio camino circolare al centro della sala d’attesa. La carta da parati floreale nella sala del ristorante é davvero chic e mi piace il fatto che sia stata ripresa nella grafica del nuovo menu.
Le toilette, in fondo alle scale, sono ultra moderne, con automatismi tutti elettronici; divertita noto una riproduzione della Monnalisa nell’anti ingresso.
Recentemente, mi fa notare Marcello, hanno attrezzato e adattato un’ampia veranda per avere a disposizione una ulteriore sala per cerimonie sia in inverno che in estate.
Il caso, o forse no, la passione per il rafting ha portato Franco Mazzei in questa fetta di Lucca e di passaggio anche all’hotel Milano. La sua scelta di vita invece, cioè fare il cuoco a modo suo, lo ha portato ad interessarsi alle ricette tipiche di questa zona, a chiedere alle signore del posto, a documentarsi, a provare e sperimentare in maniera un po’ folle gli ingredienti che avrebbero dato vita al menu.
L’obiettivo era quello di esaltare i prodotti del territorio, le Eccellenze come si usa dire ora (farine semintegrali, affettati tipici, selvaggina e verdure di stagione) ma ricorrendo, come solo uno chef del suo calibro sa fare, a sperimentazioni e contaminazioni creative (cacao amaro, polvere di liquirizia, olio di finocchietto selvatico) con fantasia e secondo le più moderne tecniche di cottura (doppia cottura, cottura in sottovuoto a bassa temperatura).
“In cucina la fantasia non ha confini né limiti ed é solo con un po’ di audace follia che si ottengono risultati impensabili!” ci confida lo chef ad inizio degustazione.
L’antipasto é una selezione di salumi locali tipici della Garfagnana (il salame di mandiola, il biroldo, la soppressata, il prosciutto bacchionero) accompagnati da cresciolette fatte in casa con farina semintegrale (una specie di crêpes croccante fatta con i cerchi con cui si fanno anche i necci) e da due pecorini di diversa stagionatura.
Un tris di primi, uno meglio dell’altro: risotto al piccione con caprino e polvere di liquirizia e cacao; mezzelune al fagiano con cacio e pepe e tordelli al ragù (da non confondere con i tortelli dei cugini emiliani). Anche quest’ultimi fatti a mano con farina semintegrale ottofile.
Come secondi piatti un succulento rollè di maialino da latte a doppia cottura su letto di purea di ceci, bieta saltata, cipolle caramellate e spunti di barbabietola.
Un peposo accompagnato da pera caramellata al vino rosso e la sua riduzione in impiattamento.
Anche il dessert, forse il più classico che si possa proporre ad un ristorante, è stato un tiramisù insolito, rivisitato scomposto con frolla e rifinito con meringa morbida all’italiana colorata a fiamma.
I cantuccini da inzuppo, fatti in casa con farina semintegrale e mandorle, ideali con un bicchierino di vin santo.
La notorietà televisiva di Franco Mazzei non ha spento l’entusiasmo che lui trasmette quando parla dei suoi piatti; curioso si è aggirato tra i tavoli per conoscere in anteprima le impressioni dei primi assaggiatori, ben contento di averci raccontato gli ingredienti che ha usato.
Davvero una bella cena, davvero una bella serata; complimenti a tutti coloro che a vario titolo hanno creduto e contribuito all’ottima riuscita e buona fortuna all’hotel-Ristorante Milano!
Chef Franco Mazzei
Hotel Ristorante Milano – LU
Il giardino di Gianet si apre ad Altamoda
Due donne cazzute (fatemi passare il termine ma rende troppo…), due donne che investono tempo, energia e soldi nelle loro capacità e ci credono perché si sono fatte da sole: sognatrici, ambiziose ma anche concrete, battagliere, sempre pronte a rimboccarsi le maniche, a sorridere ai successi e a vedere sempre un po’ più in là degli altri.
Perché i primi limiti che incontri nel lavoro, così come nella vita, sono quelli che tu per primo ti poni, mettendoteli addosso come una seconda pelle. Devi andare oltre, crederci e dire davvero… YES I CAN!
Stefania e Gianè: Conosco bene entrambe e avrei potuto scommetterci che un loro possibile incontro avrebbe dato vita a qualcosa di bello, di nuovo, di audace.
Questo è avvenuto già da un po’ di tempo, ma con l’inaugurazione di “Gianè’s Garden & Altamoda shop in shop” questa accoppiata vincente è stata ufficializzata e ora procede a porte aperte, a testa alta, a vele spiegate.
Un nuovo Concept store dove lo stile di vita è universale e trasversale, nel tempo e nello spazio.
Entrambe posso vivere questa loro “creatura” mescolandosi alla persone, insieme e per le persone che a sua volta vivono questo nuovo spazio attraverso i 5 sensi.
Siamo a Ponsacco (PI) in via traversa livornese, di fronte alla chiesetta don Bosco: entriamo.
Attraversando un cerchio di cemento tinteggiato di fucsia hai l’impressione di entrare in una sorta di bolla, di sogno, di paese dei balocchi, di paradiso dove il calore e il colore fanno da padrone e tu resti subito colpita da una location molto particolare: verde, tanto verde e fiori dappertutto, in vasi, in ciotole, in panieri, dal soffitto. Quello che colpisce è la diversità e non la monotonia del tutto uguale: tavolini con poltrone bellissime ti accolgono per una pausa ristoratrice (dalla colazione al pranzo fino all’eperitivo) o per un appuntamento di lavoro o per passare qui mezz’ora con le tue amiche o con i bambini. Certo! Hai capito bene il giardino di Gianè è un po’ anche il tuo giardino… goditelo, curiosa tra mensole, nicchie e librerie… non mancano di certo idee regalo! avvicinati al bancone per ordinare ciò di cui hai voglia… pasticcini, cioccolatini, una coccola tutta per te!
Anche quando non cerchi niente, anche quando non ti serve niente, qui qualcosa ti stuzzicherà di sicuro; l’ispirazione che cercavi, per un regalo particolare da fare o da farti, qua c’è! Oggetti e complementi di arredo e per la persona belli, anzi bellissimi nella cura della loro artigianalità che va dall’idea al prodotto finito.
Ecco perché da adesso “Gianè’s Garden & Altamoda shop in shop” è ancora più Flowers, è ancora più Fashion, è ancora più Food, ma soprattutto è ancora più Love, perché l’amore qui è di casa e in ogni cosa.
#MyFriend
Polenta alla contadina, con sugo di frattaglie di pollo
Quando compro un pollo dal contadino mi arriva “equipaggiato” di zampette, testa/collo e interiora… vere prelibatezze gastronomiche!
Le zampe devono essere pulite (spellate) per bene e tagliate le unghie.
Per interiora intendo la cipolla (lo stomaco del pollo), il fegato e il cuore, ottime anche per preparare il classico crostino toscano.
Con la testa e il collo si può far un ottimo ripieno ma va saputo pulirle e disossare.
Per il mio sugo, della testa, utilizzo solo la cresta e i bargigli.
🐔🐔🐔🥕🥕🍅🍅🍅
Ecco come si fa:
Faccio a pezzetti piuttosto grossolani una carota media, un cipollotto, una costa di sedano e li lascio dorare con olio in una casseruola unitamente ai piedi e alle interiora (interi per adesso) sfumando il tutto con abbondante vino bianco, sale e pepe.
Faccio cuocere ancora un po’; poi con le forbici o a coltello riduco le interiora a pezzettini; aggiungo un po’ di salsa di pomodoro (io trito con il mix tre miei pelati sottovuoto) e faccio cuocere il tutto per almeno altri 20 minuti, a fuoco lento, aggiungendo acqua se tende a ritirare troppo; aggiusto di sale e porto a cottura aggiungendo un po’ di peperoncino.
La salsa è pronta!
I piedi sono deliziosi mangiati così, rosicchiando tutta la carne callosa intorno alle ossicine della zampa.
Cotta la polenta, ancora bollente, la adagio in una casseruola e sopra ci metto la salsina; a chi piace… un bel po’ di parmigiano grattugiato.
Buon appetito!
Straccetti di baccalà, cotti nella tajine con pomodoro, patate, ceci e aromatizzati al coriandolo
Direttamente nella tajine mettere uno spicchio d’aglio, olio e peperoncino; si fa soffriggere insieme ad un porro tagliato a rondelle; poi, si aggiunge il baccalà tagliato a listarelle e si fa cuocere a fiamma vivace con del vino bianco. Evaporata la parte alcolica, si aggiunge i pomodori pelati a pezzi e le patate a dadini; si chiude con il suo coperchio e si porta cottura, girando con un mestolo di tanto in tanto.
Dopo circa una ventina di minuti si aggiunge una manciata di ceci e dei chicchi di coriandolo; si aggiusta di sale ed è pronto. Volendo un po’ di pepe macinato fresco direttamente nel piatto.
Ottima con una strisciolina di schiacciata con farina semintegrale e birra artigianale chiara tedesca.