Descrizione
Un bel racconto, nato nel lebbrosario di Calcutta, che ci racconta della forza e della tenerezza di una madre, Asmita, dei suoi sacrifici, dei suoi sforzi, del suo silenzio, dell’accettazione della sua malattia che deve essere tenuta nascosta al mondo.
Uno stile che arriva al cuore come un codice morse…
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Così scrive Don Armando Zappolini a proposito di Macchiata di neve
È facile sognare a Calcutta. È una delle reazioni più comprensibili a ciò che si vede per le strade della parte vecchia della città o negli slums: chiudere gli occhi e pensare di essere da un’altra parte, lontano dalla “… strada che diventa la tua casa”, dall’odore di rassegnata impotenza che respiri nell’aria.
Ma non c’è solo la fuga del sogno, c’è anche un altro modo di reagire!
Questo racconto ci invita a scoprire i fiori che sono nascosti nel fango della quotidiana fatica di vivere ed a cogliere il “… dolore antico dei vinti” ed il loro pianto pieno di dignità, che non ci possono lasciare indifferenti.
Esso deve suscitare in noi prima di tutto un sentimento di rabbia e una grande determinazione: togliere la povertà dal mondo non è solo un sogno, deve essere l’impegno della vita di ogni uomo e donna di buona volontà.
Questo bel racconto nato nel lebbrosario di Calcutta e il quotidiano impegno di tanti volontari del Bhalobasa vogliono tenere viva la consapevolezza che un mondo diverso è davvero possibile.
La forza e la tenerezza di Asmita ci accompagnano ogni giorno, dal luogo della sua pace.
Don Armando Zappolini